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Morgana, Simon Kansara e Stéphane Fert – Di quel libro che non volevo e che ora invece amo alla follia…

Morgana, Simon Kansara e Stéphane Fert

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A volte le cose, che capitano per caso, ti cambiano un po’ il modo di guardare alle grandi questioni. Succede così che una sera, quella del 22 Maggio, mi sia ritrovata a seguire non una presentazione di un libro ma quasi due e comprare due libri di cui uno, a ben guardare, non era proprio una scelta di cui ero sicura. Il punto è che io ero uscita per andare ad ascoltare Giordano Tedoldi (ricordate l’autore di Tabù della Tunuè che mi era tanto piaciuto lo scorso anno?) alla libreria Tomo e mi sono ritrovata poi da Giufà a seguire la prima parte della presentazione di un graphic novel che si chiama Morgana.
Tecnicamente io con i grapich novel ho un rapporto altalenante, quasi di amore e odio, mi piacciono i grandi temi mentre per le storie semplici non so mai che cosa dire, probabilmente, perché l’immagine disegnata mi toglie il gusto delle atmosfere narrate e un po’ anche le parole raccontarle.
Quello che mi ha colpito è stata la descrizione di uno dei due autori in cui spiegava la sua scelta: rielaborare il mito di Morgana, mortificato dalla storia e dalla leggenda e darle l’opportunità unica di riprendersi una rivincita. Una donna e un mito presente nel mondo celtico che da divinità della vita e della morte, senza un’accezione negativa, diventa famosa al mondo perché legata anche alla leggenda arturiana ma solo come dea della morte e con un’accezione del tutto negativa.

La storia qui narrata è molto semplice: Morgana è la figlia del Duca Gorlois di Cornovaglia. La sua vita scorre normalmente finché un giorno il re di Britannia, Uther, non decide di attaccare il suo regno. Merlino, che era stato allontanato dalla corte, assiste alla scena della morte del Duca, del matrimonio tra Uther e la madre di Morgana e si prende cura della ragazzina che mostra evidente predisposizione per le arti magiche. Il patto è che, se lei si applicherà ad apprendere, Merlino la libererà e lei potrà vendicarsi del torto subito riprendendosi il suo regno. Il mito viene in parte rimaneggiato: gli attori ci sono tutti ma mancano le due sorelle minori di Morgana e, ad essere affidato alle cure di Merlino, non è Morgana ma Artù che è il figlio illegittimo del Duca.

La cover di Morgana, il graphic novel che riscrive la leggenda arturiana
(Simona Scravaglieri)

Perché non parlarne subito allora? A voi è mai capitato che un libro vi rimanga lì, come se non lo aveste digerito del tutto e vi si riproponga, un po’ a sproposito, quando proprio non ci stavate pensando? A me di continuo, ma in questo caso la divisione attraverso la quale ho navigato in questi giorni un motivo lo ha: Morgana è raccontata nell’ambientazione di un mito e Morgana appare molto più umana e rotonda delle corrispettive figure del mito stesso. Il fatto di rimanere all’interno del mito fa sì che una donna raccontata secoli fa ci appaia sempre un po’ troppo semplice, a volte capricciosa, scostante e via dicendo. In questo la figura principale rispecchia in maniera precisa la mitologia: è irruente, volitiva e volubile, coglie i segnali e li riporta senza filtri. È la classica donna, insomma.

Dall’altro lato però nel suo tessere trame, nel suo fuggire dal giogo maschile, anche se questo sia rappresentato da un amore non corrisposto, il suo essere acuta, dinamica e il non arrendersi davanti agli intoppi che le vengono posti di fronte, sono aspetti che mi piacciono un sacco. Mi piace pensare che una ragazza possa rapportarsi con questa versione mitologica e prendere spunto, non tanto per tessere ricche trame ma quanto per imparare a leggere il mondo che la circonda e a interpretarlo per raggiungere i propri obiettivi. In questo, questa storia è esemplare, diretta, ben fatta e ben curata. Ma per arrivarci ci devi ragionare sopra perché proprio l’architettura della leggenda svia l’attenzione verso altri lidi in maniera così predominante che ad uno sguardo meno attento può sembrare che sposti la figura della fata, o strega che sia, dal questo ruolo a quello dello stereotipo femminile. Ma attenzione non è uno sbaglio: se Morgana avesse evitato tutto il, chiamiamolo, “travaglio” subito sarebbe anche in quel caso rientrata nello stereotipo mentre, l’eroe, arturiano o no, si nutre di gesta, non sempre vincenti perché non è la vittoria che fa l’eroe ma la battaglia.

Una delle vignette magnifiche del grapich novel di Morgana che rappresenta un confronto fra Morgana e Il mago Merlino
Morgana e Merlino (Simona Scravaglieri)

La Morgana di Fert e Kansara è eroica perché spavalda, non accecata dall’odio ma lucida e consapevole delle sue armi e le usa tutte, anche a rischio di perdere la sua identità. Scende a patti con il suo modo di guardare al mondo e scende per di più al livello di quello che deve combattere usando il mito dell’eroe a suo favore, ricostruendo con il suo agire un modello diverso, probabilmente migliore, di eroe. A questo si accompagnano delle tavole conturbanti. Eh non mi viene un vocabolo migliore per descriverle, quindi accontentatevi. Diciamo che a me lo stile non aveva particolarmente colpito, io sono più donna dai colori tenui, con disegni più rotondi e meno pieni di particolari e fors’anche meno definitivi, più abbozzati. Sono anche particolarmente asimmetrici per i miei gusti e hanno delle sfumature non digradanti. Insomma se avessi dovuto scegliere così a scatola chiusa, Morgana con me a casa non ci sarebbe tornata.

E invece il pallino di vedere se gli autori avessero mantenuto le promesse mi ha fatto scoprire la rotondità di questi disegni spigolosi, il fatto che siano perfettamente pertinenti con il tono della storia e che lo siano perché completano quello che non viene esplicitato con la parola.
Ci sono tavole magnifiche per la loro immediatezza, sensualità ed eleganza che rendono perfettamente il momento senza bisogno di aggiungere una sillaba ma lo fanno con una grafica ridotta ai minimi termini in cui il colore diventa segno grafico con lo stesso peso della parola. E devo dire che questo è un aspetto che mi è piaciuto molto.

La sensualità di una delle tante rappresentazione di Morgana nell'omonimo grapich novel di Tunuè
La sensualità di una delle tante rappresentazione di Morgana nell’omonimo grapich novel di Tunuè (Simona Scravaglieri)

Quindi probabilmente è qui il nocciolo della questione: questo lavoro mi è piaciuto perché la donna che restituisce è una donna a tutti gli effetti con i suoi pregi e anche i suoi difetti, non le regala ciò che non le appartiene per renderla migliore. Morgana è verosimile ma è anche una donna che insegna ad agire e a saper guardare andando oltre il velo d’odio. Mi è piaciuta perché non si è distaccata dal mito creando copie falsate che avrebbero stonato con i riferimenti cui si ispira con il rischio di apparire come una copia appannata e sbagliata di una leggenda conosciuta e studiata in tutto il mondo. Ho amato i disegni ora barocchi, la copertina, ora estremamente minimalisti dove il colore si inserisce non solo con elemento narrante ma come evidenziatore di un attimo e sintesi perfetta delle emozioni che rappresenta; un disegno che non trascende nella più facile grafica contemporanea ma che, attraverso accurate attenzioni nei particolari, richiama in maniera pertinente l’arte del periodo.

La cura messa in questo volume è davvero sbalorditiva, confermando il fatto che evidentemente, di grapich novel, non capisco poi molto e che devo imparare a fidarmi più degli amici quando mi consigliano di leggere qualcosa. L’amica che lo ha fatto direbbe “Ohhhhh, vedi che t’è piaciuta?” E c’hai ragione cara mia, anche molto! Io consiglio anche a voi di affidarvi a questa storia, magari per curiosità, non occorre essere donne per carpire il valore di un lavoro così articolato ma è un ottimo esercizio per scoprire quante sfumature si possono mettere o togliere per cambiare la percezione di un personaggio, storico, di fantasia o leggendario che sia.

Buone letture,
Simona Scravaglieri

Morgana
Simon Kansara – Stéphane Fert
Disegni di Stéphane Fert
Tunué, ed. 2019
Traduzione a cura di Stefano Andrea Cresti
Collana”Prospero’s Books”
Prezzo 17,00€

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