Più libri più libri 2019: giorno cinque “Addio e Grazie per tutto il pesce!”

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No, mica smetto di scrivere tranquilli! E’ una citazione, ma più giù vi spiego… Ma ci avreste creduto voi che avrei tenuto fede alla promessa di scrivere tutti questi resoconti? Io, no. È la prima volta che ci riesco in quasi dieci anni di fiera e, nonostante la fatica, è stata una bella sfida da portare a termine. Ma prima o poi le fiere finiscono (ma i post no eh!) e bisogna tornare alle incombenze di tutti i giorni.
Tra le cose viste oggi ci sono due deliziosi interventi di Fazi, uno era per “L’annusatrice di libri” con Desy Icardi e l’altro dedicato alla scrittrice di “Fuga di morte”. L’annusatrice è uno young adult e, l’autrice, che aveva già iniziato quando siamo arrivate, diceva una cosa che avrebbe fatto inorridire qualsiasi fautore del movimento de “Più ebook e meno libri”. “Annusare” è un modo per associare al libro un’immagine che ti aiuti a conservarlo nella memoria per più tempo possibile ed è una cosa non rara per i lettori appassionati, anche quelli giovani. Così verso la fine, la sana curiosità ha avuto il sopravvento e la Icardi ha dovuto associare autori ad odori e, fra i più divertenti, è venuto fuori che Kafka le ricorda l’odore dell’insetticida (e come darle torto, io quel libro l’ho letto in punta di dita che mi faceva orrore solo il pensiero dell’insetto in cui si stava trasformando!) e al clou delle domande, una lettrice ha interrotto dichiarando alla platea che, suo figlio, “annusa tutti i libri nuovi di scuola per calarsi nella materia”. Ora, io sono un persona molto aperta in fatto di manie, che le mie bastano per 10 non lettori, ma forse questo è un pochino esagerato. Ma va bene.

Con “Fuga di morte” siamo invece, io e Maria, tornate in Cina da quella della piazza Tienanmen fino a quella più moderna. A forza di sentire dire “è una metafora” è “un racconto metaforico” non avevo affatto ben capito di che si parlava. È bastata una parola all’inizio della presentazione e per me era già venduto: “distopia”. Quindi, ora che ho capito, possiamo dire che “Fuga di morte” non è altro che un romanzo distopico che mira attraverso una storia surreale a spiegare la risposta di una società che noi non conosciamo come quella cinese a quello che avviene e al contempo è, e questo ve lo aggiungo io, l’espressione di una nuova forma di comunicazione sperimentale, che noi in occidente abbiamo in parte già visto, dove la creazione di questo paradosso permette di caratterizzare e di provare sul campo le possibili reazioni dei singoli e del gruppo in maniera da restituire un’immagine quanto più vicina alla realtà. Il riferimento è Donald Barthelme e il libro è “Atti impuri, pratiche innominabili” e il racconto è “Il pallone“- ma sul titolo potrei sbagliarmi che non ho con me il libro. In quel caso, nella prima metà del novecento il figlio del ben più famoso architetto, provava a spiegare attraverso una situazione surreale – un pallone enorme che cala su New York – le tendenze sociali della nuova società newyorkese. Qui, sulla piazza di riferimento, che non ho ben capito dove sia ubicata perché ero molto più interessata a capire l’obiettivo dell’autrice, cala una torre di letame. La reazione in questo caso non mira solo a spiegare come e cosa avviene che sono caratteristiche comuni di questo genere di scrittura, ma, nell’interesse dell’autrice, c’è l’evidenziare quali siano le dinamiche di comprensione di ciò che sta accadendo non solo in base alla formazione culturale di chi le recepisce ma anche dalla vicinanza o no alla zona in cui avviene.

Ci sono molti altri “Libri che dovresti conoscere” ma per stasera non te ne segnalo altri perché sono davvero stanca e domani tornerò al lavoro. E quindi ho pensato di dedicare una serie di post ai libri da fiera per lasciarvi sbirciare nei miei acquisti senza decimarvi con post lunghissimi. Però due considerazioni finali sono comunque d’obbligo.

Quest’anno ho scelto di vivere la fiera in maniera diversa dal consueto: un po’ per necessità e un po’ proprio per l’impossibilità fisica di reggere maratone come quelle che ho fatto in passato. La fiera alla Nuvola è grande e dispersiva e ti trovi a fare chilometri e a sentirti uno straccio dopo due ore che sei arrivato.
La fiera della piccola e media editoria fallisce, come lo fa anche il salone, nel non riuscire, nonostante tutto lo spazio a fornire luoghi per i lettori. Non c’è un posto dove sedersi e sbriciare o leggere i libri che si sono comprati, non c’è un luogo dove si possa anche scambiare due parole senza essere travolti da gente di vario genere, si rimane tumulati dentro un grande spazio e pure per parcheggiare è un’impresa. Io capisco che è più facile lamentarsi che organizzare, ma una fiera dell’editoria, che punta a diffondere la cultura e che non crea aggregazione, realizzando invece un “apparato” (non mi viene una similitudine migliore) che somiglia più ad un supermercato invece che ad un momento di confronto comune con le nuove tendenze, è un po’ surreale.
Basterebbe pensare ai lettori come lettori e non come acquirenti dell’Ikea e probabilmente sarebbe la fiera più amata d’italia come già, stando ai numeri della rassegna stampa dell’organizzazione passati prima che sia definitivamente chiusa, sembra essere. Dal salone, impettito e sempre poco disponibile, non me lo aspetto, ma da Roma sì. Ricordo ancora quando, al Palazzo dei Congressi facemmo l’intervista all’autore 66thand2nd sui gradini d’ingresso con Scognamiglio, l’ufficio stampa della casa editrice, che gentilmente ci faceva da traduttore.
Sono cose che oggi non potremmo fare. Ma cosa penseranno del mondo della lettura quei ragazzini che all’ora di pranzo, panino alla mano, stavano per terra nel corridoio centrale perché non c’era un luogo dove ospitarli? Che affezione avranno quei ragazzi che vedi fremere dopo aver trovato un libro che stavano proprio cercando, che non hanno un maledetto posto dove sfogliarlo con calma per cominciare a leggerlo? Ecco, nel campo del marketing che porta tutte quelle terminologie inglesi che tanto piacciono ai manager, questa sarebbe la “customer experience” di chi paga un biglietto per andare ad acquistare un oggetto. Se l’esperienza sarà negativa, la prossima volta, magari con lo sconto, lo acquista su Amazon. I lettori sembrano infiniti ma non lo sono.

Altro punto invece riguarda le ricorrenze: è vero che si parlava di Europa, ma ricorrevano i 40 anni di “Guida Galattica per Autostoppisti” (di qui la citazione nel titolo) Inghilterra, i 30 dalla caduta dal muro (Germania), i 30 anni dalla morte di Samuel Beckett (Irlanda), i dieci dalla morte di Alda Merini (Italia) e i 30 da quella di Sciascia (Italia) e i 20 dalla morte di Mario Soldati. In più c’era anche la ricorrenza dello sbarco sulla luna. Io, a parte qualche timido riferimento al muro, di tutto questo, non ho visto nulla. Non è Europa anche questo?

Detto questo, la bellezza di questa giornate si riassume: nei sorrisi delle amiche, nelle battute divertenti, nel sorriso degli editori anche quando sono distrutti dalla stanchezza, nelle chiacchiere con gli uffici stampa che ti scrivono, e cui non rispondi altrimenti passeresti la giornata a dire no, oppure non so o anche vedrò, e a cui scegli di rispondere quanto un libro davvero sei in grado di valorizzarlo, perché quel genere ti appartiene o piace al tuo piccolo pubblico. La stessa bellezza che c’è stata nell’incontrarsi sui gradini dei fumatori e confrontare i libri comprati, gli autori visti e anche nel pianificare le presentazioni da vedere. Questo è il mio capodanno, quello librario dove pianifico anche io il mio nuovo anno che comincia da domani, un anno fatto di un sacco di libri e nuove case editrici da scoprire e da leggere e con la remora di non averle viste tutte. Ma d’altronde non finisce mica domani il mondo e quindi ho ancora tempo per recuperare spulciando da capo a piedi i loro cataloghi.

Da Rocca di Papa è tutto e grazie a tutti quelli che hanno seguito questa inconsueta maratona. E ancora una volta “Addio e grazie per tutto il pesce!” e vi ricordo che per chi ha voglia, il libro “Guida Galattica per autostoppisti” è la lettura delle vacanze del gruppo di lettura di CasaSirio e se ne discute l’ultimo giovedì del mese di gennaio alle 20:00 in sede per chi è a Roma e in diretta streaming dalla pagina dell’editore. Torno a leggere.

Buone letture,
Simona Scravaglieri

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