Quando una relatrice ad una presentazione, mentre si siede al suo posto e tira un profondo sospiro di sollievo spiegando ai propri uditori che non riesce a capacitarsi che non ci sia, in una fiera dedicata al libro e all’editoria, un maledetto posto in cui sedersi o anche fare una pausa – se non a meno 24° gradi o su strampalate sedie su cui appoggi il deretano solo se sei alto come un vatusso-, ecco, non ti senti più tanto scorretta. Ma io ho deciso di continuare così, un po’ perché Maria e Marina de “Il taccuino dello scrittore” approvano, ma anche perché di cose da commentare ce ne sarebbero. La seconda giornata si è aperta, dopo un’ora di ricerca posto auto e mezz’ora per arrivare dal parcheggio alla Nuvola, all’arena Robinson de La Repubblica. Avevamo detto che non c’era niente ieri? Ravanando qui e lì nel programma, alla fine qualcosa l’abbiamo trovata!
Tra le presentazioni che volevamo vedere, spiccava quella di Franco Faggiani, scrittore e giornalista milanese, che sta riscuotendo un discreto successo con il suo ultimo libro, Il guardiano della collina dei ciliegi, uscito a Maggio 2019. Sala piena persone interessate talmente tanto da sporgersi verso l’autore quasi per sentirlo meglio.
Il libro lo conosco, anche se non l’ho ancora letto, parla di un maratoneta famoso, Shizo Kanakuri, che nel bel mezzo della maratona a Stoccolma abbandona la gara per motivi inspiegabili anche a lui. Riesce a completarla 54 anni dopo, quando ha passato una vita di espiazione e di comprensione di sé stesso facendo, appunto, il lavoro del “Guardiano dei ciliegi”, alberi peraltro molto amati nella sua patria che è appunto il Giappone (Fazi Editore, 16,00€). Dopo aver visto che persona carina e cortese sia l’autore, che con una calma olimpica, nonostante il check audio dello stand RAI dietro quello Robinson e gli ovvi curiosi che parlano urlando manco fossero al mercato, è riuscito a portare a casa la sua presentazione con stile, facendomi praticamente decidere di dare un’opportunità al suo libro.



Abbiamo visto anche l’intervento di @Casalettori riguardo i nuovi metodi di comunicazione della rete, per la maggior parte si parla di Twitter ma è evidente, anche da un altra presentazione che abbiamo visto, che il divario comunicativo fra generazioni diverse che, fino a ieri si combatteva sul campo del linguaggio e del vestiario, oggi invece si svolge con la separazione dei social preferiti. Se i giovanissimi preferiscono comunicazioni minimal tipo TikTok, l’app che viene dall’Oriente anche se i server occidentali sono siti in America, che sono costituite in maggior parte da video di pochi secondi dove si imita e si cerca di migliorare quello che si è visto fare ad altri, gli adulti di oggi si orientano verso Twitter e quelli che non si rassegnano al vecchio contatto umano fatto di lunghi monologhi di cui gli altri leggeranno solo le frasi iniziali e quelle finali, preferiscono Facebook. Quello che un pochino stupisce, me che sono talmente asociale da aver cambiato sede del blog due volte in un anno – non per stare sola ma per non buttare i soldi investiti-, è l’evidente e poco elegante sfoggio dei follower. Ecco, anche no!



Detto questo, due presentazioni di libri davvero interessanti però le abbiamo trovate. Chi si ricorda Copenaghen, la pièce teatrale di Fryan, con cui l’anno l’anno scorso ho rotto le scatole in tutti i luoghi e in tutti i laghi? Ecco noi siamo andate a vedere “L’atomo e la bomba” la presentazione del libro “Le voci di Farm-Hall” sui fisici della bomba atomica. Pure qui, sono rimasta un po’ interdetta dalla presentazione, nonostante l’argomento – storico, non questioni di fisica, peraltro nucleare-, l’autore ero un vero attore! L’enfasi con cui declamava il suo scritto composito, diviso fra storia e la sceneggiatura di una, anche qui, pièce, mi è rimasto un po’ oscuro, ma l’entusiasmo di Maria mi ha lasciato il dubbio che forse, qualcosa di buono c’è. Il libro di Scienza Express Edizioni, per un costo di 18,00€ vantava anche un fisico che ne vendeva le copie al di fuori della porta.



La presentazione che avevamo visto prima, invece, mi ha lasciato veramente soddisfatta e riguardava, le fake news e il possibile ruolo del cronista come ente certificatore. Il libro in particolare si chiama Cronisti: da cacciatori di notizie a garanti di autenticità di Paolo Castiglia pubblicato da Themis Edizioni per un prezzo di 12,00€. Tema interessante, dirai tu che stai per passare al prossimo blocco, “Ma tu non sai quanto ti riguardi!” ti rispondo io!
In particolare di questi tempi, dove i social sono chiamati paradossalmente a rispondere delle azioni che intendono intraprendere nei riguardi delle prossime elezioni americane; Facebook, tramite il suo fondatore, ha dichiarato che si affiderà a fantomatici enti certificatori terzi, Twitter dichiara di voler bannare qualsiasi comunicazione di “stampo politico”, senza dare a sapere di come intende discriminare questi contenuti. E in mezzo ci sono non soltanto i giornalisti ma tutti gli altri che, a vario titolo, producono contenuti, più o meno di valore. E se pensiamo che, nella tendenza generata dalle nuove generazioni, non ci si nasconde più dietro ad un alias ma si lascia in chiaro il proprio nome, a maggior ragione oggi, nel cercare notizie o nel dare conto dei fatti, libri o altro, bisogna saper distinguere il valore del contenuto che si da e chi da valore al nostro lavoro. Un libro che andrebbe sicuramente letto un po’ da tutti, non solo dagli studenti del professore di Roma Tre che lo ha scritto, sembra essere un concentrato di informazioni articolati in cinque macro capitoli che vanno dalla definizione della notizia fino alla discriminante dei vari linguaggi dei diversi fra i social più frequentati per tenersi al passo con i tempi.



Ma c’è un’unica presentazione, che tra parentesi non è stata alla Nuvola, che davvero andava vista e dire questo mi fa sentire una che liscia l’editore. In casa editrice si tende a dare all’insieme l’aspetto di solo intrattenimento, giusto per non spaventare quelli che hanno paura ad intraprendere viaggi anche simpatici all’interno della nostra storia. Claudio Metallo, autore datato – anche se ancora giovincello – di Tutti sono un numero (15,00€ CasaSirio Editore) non è solo un semplice scrittore ma un documentarista. Ecco Metallo andrebbe ascoltato proprio per questo aspetto, questa mistura di informazioni, riferimenti, ricordi con il quale costruisce il suo libro, immagine di un periodo molto in voga quest’anno, grazie a Stranger Things, ovvero gli anni ’80. La spinta politica alla creazione di un finto mondo perfetto, come quello ad esempio del Villaggio Coppola nato distruggendo km di costa e di natura, quello degli inciuci politici e dei rapporti con la camorra e della raffinazione di un crimine in forma più contemporanea, il crimine del colletti bianchi, che prima era solo mero clientelismo. Quello che rapisce del resoconto di una storia, che per raccontarne mille altre, utilizza un mago delle prime reti TV private napoletane, è la fascinazione di un mondo fatto di lustrini e di soldi guardato da un calabrese trapiantato a Napoli.
Vedere lo sguardo di uno che cerca di organizzare le cose che sta dicendo, guardando in un punto specifico come stesse scorrendo i fotogrammi alla ricerca di uno preciso, ha il suo fascino, non c’è nulla da dire. Metallo è un collezionista di fatti, li trova, li cataloga e te li indica come nell’album di famiglia e come nella miglior tradizione dei collezionisti e dei parenti che ti vogliono raccontare attraverso le foto le loro vacanze, non è parco di informazioni. Le racconta, le arricchisce e le correla permettendoti di sbirciare un momento della vita di una città o della nostra storia.
Poi sì, ci siamo fatti un sacco di risate, l’abbiamo anche “buttata in caciara” come si dice a Roma tra vodka e domande che non portavano a nulla, ma è stato il lato buono della fiera, che insieme alla presentazione sulle Fake News ha svoltato la mia giornata con la ciliegina di Faggiani.
Vorrei anche raccontarti due libri nuovi nel dettaglio come ho fatto ieri, ma si è fatta una certa, così ho deciso che recuperiamo domani, visto che stasera, a quanto pare, tornerò ad un’ora civile e avrò il tempo di mettere su carta digitale “il perché” ci sono altri libri che dovresti conoscere, e ne ho almeno tre che fanno al caso nostro! Perciò a domani, con una nuova ed esaltante puntata di… Più libri Più libri 2019 la fiera senza sedie!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
