Se dovessi dire dove io e Carlotta ci siamo conosciute, devo ammettere, farei scena muta. Quello che invece so è che è una donna dai mille interessi che ha sempre guardato al mondo digitale e alle sue offerte con un misto di curiosità e voglia di fare la differenza. Perché il mondo digitale, nonostante faccia parte della nostra vita in maniera importante, al giorno d’oggi, rimane ancora un mistero per moltissime aziende e privati che sul territorio nazionale vogliono, diciamola alla Google, “fare business” nel digitale. Ogni giorno nasce una nuova professione, nuove cose da studiare e da conoscere e non sempre è facile districarsi in questo mondo. Carlotta sono anni che si impegna in questo senso, frequentando corsi e aggiornandosi.
Da qualche tempo nel blog di Las Vegas Edizioni è arrivata una novità ovvero la proposta di corsi di formazione, anzi “il corso”! E quello che mi ha colpito è che, fra i temi toccati, c’erano anche quelli riguardanti la comunicazione attraverso la formula del blog – che è cosa rarissima, dammi retta!- e allora ho sbirciato, pensato, ripensato e le ho chiesto di concedermi un po’ di tempo per spiegare di che si tratta, corsi “dove e quando”, e quindi eccoci qui! Lo so che pensi che la cosa possa non riguardarti, ma io invece posto questo The Human Zoo perché l’argomento formazione in Italia è decisamente sottovalutato come se, finita l’università, non servisse più e, invece, la formazione professionale, fatta da professionisti che operano nei settori di pertinenza giornalmente, è invece una questione di importanza strategica in un mondo come il nostro che si sta orientando sulla percezione del prodotto non tanto in base alla pubblicità ma all’autorevolezza dell’azienda stessa derivante dal suo modo di raccontarsi e presentarsi al suo pubblico di riferimento. E questo vale sia per chi si occupa di comunicazione che per chi opera in altri settori.
Quindi ti lascio alle informazioni che mi ha dato Carlotta invitandoti a dare un occhio anche al suo sito personale carlottaborasio.it e ad iscriverti alle sue interessanti newsletter. Che tu sia un professionista o un blogger generico, fidati, non fa mai male!
Chi è Carlotta Borasio?
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Sono intanto un’appassionata di storie e di parole. Potrei dire che la mia gavetta è cominciata nel 2008 in Las Vegas edizioni come ufficio stampa. In realtà è iniziato tutto molto prima: da ragazzina come lettrice onnivora (di romanzi, manga, librigame, fanfiction) e da più grande come curiosa di internet. Pensavo che occuparsi di storie significasse soprattutto lavorare su romanzi e racconti, ma poi mi sono resa conto che anche la comunicazione aziendale ha molto a che fare con le storie. Mi occupo di contenuti, specialmente se fatti di parole, sia come ufficio stampa di Las Vegas edizioni sia come consulente per altre aziende. Sono anche una docente di comunicazione online e scrittura per lavoro.
Io ti ho conosciuto come una ragazza serena e molto paziente che cerca di portare ordine in un mondo altrimenti molto confuso e mi sono chiesta: ma la Carlotta ragazzina com’era? E qual è il primo libro che ti ha appassionato?
Dopo essere stata una bambina abbastanza solare, sono diventata una ragazzina introversa. Non mi interessava fare parte di un gruppo, o di appiccicarmi un’etichetta addosso. Forse se avessi saputo cos’erano in nerd mi sarei definita nerd. Passavo un sacco di tempo a giocare ai videogiochi e a leggere. Il primo libro che ricordo a parte La danza degli gnomi di Guido Gozzano (Joybook, 2010, prezzo 6,90€) rubato alla mia vicina di casa, è Piccole Donne (Louisa May Alcott, Einaudi, 2019, prezzo 15,00€) . Per me un grande amore che mi ha accompagnato in molte fasi di cambiamento della mia vita.

E infatti:
a sinistra c’è Cristina Brondoni (Dietro la scena del crimine) dietro le c’è Fulvio Gatti (I nerd salveranno il mondo) al centro c’è Davide Bacchilega (I romagnoli ammazzano al mercoledì) e accanto a Carlotta c’è Il Sindaco di Las Vegas Andrea Malabaila (Foto Simona Scravaglieri)
E veniamo al motivo per il quale ti ho chiesto questa chiacchierata.
Io e te ci conosciamo da un po’ e io da tempo seguo anche le tue avventure riguardo il mondo della formazione, hai frequentato parecchi corsi e hai letto una miriade di testi in merito. Ma la domanda che sempre mi faccio, quando mi appresto a cercare corsi, è: come si fa a organizzarsi un percorso formativo e di aggiornamento, al di fuori degli ambiti istituzionali (università, accademie e similari). Tu come ti sei organizzata?
Non è facile: su comunicazione e marketing ci sono davvero tantissimi contenuti. Anche qui la differenza la fanno le persone. Vincono le più generose, quelle che hanno voglia di condividere, di esporsi, di farti vedere come lavorano. Mi piacciono quelle persone che ti obbligano ad uscire dalle tue convinzioni, che ti mettono un po’ scomodo.
Poi le persone brave spesso hanno questo grande pregio di citare altre persone come loro: ti consigliano libri, corsi, risorse e così diventa un ramificarsi di possibilità. Ovviamente devi scegliere: cosa mi serve? Quali sono gli strumenti per migliorare?
Bisogna evitare di disperdere le energie e di fare della formazione un motivo per non mettersi in gioco: ‘Non posso fare questa cosa perché non ne so abbastanza’. Ma la questione è che non ne sai mai abbastanza, soprattutto se non metti le mani in pasta.

E però oggi sei tu in quel ruolo, giusto? Perché tra poco parte il tuo corso. In che segmento si inserisce e a chi si rivolge?
Il corso parte a marzo, ma ci saranno altre edizioni: l’idea era di condividere ciò che ho imparato in questi anni sulla scrittura per lavoro. Come si scrive un’email che funziona? Che differenza c’è con tra un post su un blog e su Facebook? Quali sono gli elementi da avere ben presenti quando si scrive per raccontare la propria impresa? Il corso si rivolge sia a chi ha una partita via sia a chi semplicemente ha un progetto e ha bisogno di usare la scrittura per comunicarlo.

Foto di Pexels da Pixabay
Ti faccio una serie di domande che vengono sempre fuori quando si parla di formazione, e a cui io, seppure all’inizio della mia carriera lavorativa, fuori del blog, mi occupavo di progettare interventi formativi (non i corsi ma solo la carriera formativa per categoria professionale), non sempre so rispondere.
In un mondo che offre differenti livelli di formazione: online, in aula, in differita o in call conference a cosa deve guardare uno studente per orientarsi in questo mondo?
Parlando di corsi l’elemento per me imprescindibile è il docente. Non bisogna farsi attirare dal nome famoso, meglio capire se questa persona lavora effettivamente in quel campo. Poi c’è da considerare quanto quella persona è capace di insegnare: anche saper spiegare, dare esercizi, capire come stimolare i propri studenti è importante.
Io tendenzialmente eviterei corsi solo teorici o dove non hai un feedback di nessun tipo. C’è bisogno di sporcarsi le mani per capire di cosa hai davvero bisogno di imparare.
Eviterei anche corsi dove non si prende in considerazione ciò che poi il partecipante deve fare tutti i giorni: io cerco sempre di fare dei questionari o di farmi mandare del materiale da chi parteciperà al corso. Anche se poi cerco di farli lavorare su cose diverse rispetto a quelle a cui sono abituati.
Per scegliere un corso cercherei anche di capire come apprendo: se patisco le lezioni frontali forse un webinar di due ore per volta non è la soluzione. Se invece imparo meglio leggendo magari su certi argomenti posso cercare un libro.

Oh!!! Finalmente qualcuno che è d’accordo con me sulla questione Webinar! La mia azienda li sta adottando come “sostituti della formazione” oltretutto in forma differita. Quindi è una forma di, istruzione (per me solo di informazione tipo il telegiornale) noiosa che rende poco sulla lunga distanza. Un’ora fitta di tabelle, dati, informazioni a volte spiegate da persone che non hanno un particolare talento da comunicatori uccidono qualsiasi curiosità. E infatti io ne ricordo meno di quelli che vorrei. Imparare a raccontare un’azienda e una visione può davvero cambiare l’assetto anche di appeal verso il pubblico di un’azienda? E quali sarebbero i ritorni? Mi spiego meglio, io imprenditore che decido in un attimo di buona volontà, di lasciare la mia vecchia direzione tradizionale che tipo di risposte potrei attendermi?
Usare dei modelli narrativi per raccontare la propria azienda può servire intanto a trasmettere chi siamo e quello che facciamo in un modo più coinvolgente e accattivante. Da quando esiste l’umanità esistono le storie, ci piacciono, le usiamo per dare un senso a ciò che ci circonda, quindi ha senso usarle anche per raccontare un’idea, un prodotto, un’azienda. Ovviamente non va usato sempre. Ci sono contesti in cui è una buona soluzione e contesti in cui è meglio usare altri strumenti. Rimane che raccontare una storia invece di snocciolare semplicemente dei dati o le meravigliose qualità di un prodotto può creare fiducia, coinvolgimento emotivo o semplicemente può stimolare la voglia di arrivare alla fine di un testo (o di una pubblicità): come va a finire queste storia? Come può questa storia intrecciarsi con la mia? C’è anche un uso interno: a volte raccontare la storia della propria azienda aiuta a vedere il percorso fatto, a renderlo coerente, anche per chi ci lavora. Anche a indicare una direzione per il futuro, volendo.

La necessità di cambiare messaggio o di adattarlo è solo una questione legata al mezzo, per esempio internet o si social, oppure è anche il gusto generale che si è modificato?
Il messaggio va sempre pensato in base al risultato, destinatari, contesto, codice, mittente ecc. Ognuno di questi elementi poi varia il relazione agli altri: ad esempio il modo di leggere un contenuto oggi è differente non solo da mezzo a mezzo, ma anche da contesto a contesto. Ogni ingranaggio va identificato e pensato in base al risultato che si vuole ottenere. Naturalmente poi è tutt’altro che semplice. Ci sono tantissime variabili che non dipendono da te. Per questo è bene avere pieno controllo di tutto il resto.
Pertanto, chi si vuole iscrivere diamo qualche informazione in più: ha bisogno di aver avuto un percorso formativo specifico o il corso è aperto a tutti? Dove bisogna scrivere per iscriversi?
Il corso di scrittura professionale è dedicato a chiunque usi la scrittura per comunicare, sui social ma anche altrove, la propria professione, il proprio progetto lavorativo ma anche il proprio hobby. Magari vuoi aprire un blog o un account Instagram e vuoi scrivere bene le didascalie delle tue foto: ecco, questo corso è perfetto. L’unico requisito è sapere l’italiano.
Per iscriversi ai nostri corsi basta andare qui: https://www.lasvegasedizioni.com/corsi/ e acquistare il corso scelto. Ne sta partendo uno di scrittura creativa e a breve rilanceremo quello di scrittura professionale. Ma ce ne sono altri in arrivo. (Attenzione le date potrebbero variare a Marzo 2020 per questioni legate ai recenti accadimenti).
La cosa migliore è iscriversi alla newsletter dove oltre a parlare dei nostri libri aggiorniamo gli iscritti anche sui corsi in partenza https://www.lasvegasedizioni.com/newsletter/
Nel tuo lavoro hai tirato su un bellissimo blog, diciamocelo e ce lo siamo già dette anche in passato, in cui da qualche anno non solo fai comunicazione semplice ma hai dato anche consigli che io seguo pedissequamente ogni volta, rara, in cui mi capita di interagire con una casa editrice (e funzionano davvero bene!). Oggi sei anche mamma di Viola che ti tiene impegnata non poco, ti occupi della comunicazione di Las Vegas edizioni, scrivi spassosissimi post, sei sempre divertente anche quando ti arrivano mail che “anche no” e ora hai anche progettato il corso. Ma quante ore avete al giorno a Torino? E soprattutto come fai a fare tutto?
Intanto, grazie! Ho sempre la sensazione che avrei potuto fare qualcosa in più e che ovviamente mi è sfuggita, quindi mi fanno molto piacere queste parole. Lavoro a casa e intanto mi occupo di mia figlia, però non sono sola. C’è mio marito, e poi i nonni che forniscono una bella rete di protezione. Poi certo con l’arrivo di Viola devo fare le cose nella metà del tempo di prima. Ma è stato utile per concentrarmi su cosa volevo davvero fare e tagliare tutta una serie di attività che mi portavano via moltissime energie. Poi l’ironia aiuta, raccontare le cose anche.


E infine ti chiedo dell’ultima novità della vostra casa editrice. Parliamo del prossimo libro che sta per uscire (12 Marzo 2020), che si potrà acquistare anche direttamente dal vostro store a cui si accede direttamente dalla home di Las Vegas Edizioni… dicci dicci che noi lettori siamo sempre curiosi, di cosa si tratta?
Il prossimo romanzo si intitola La bambina di un milione di anni, l’autore è Lorenzo Vargas, che per noi aveva già pubblicato Una più del Diavolo. La storia racconta di due entità antichissime: una rappresenta il Caos e l’altra l’Ordine. Vivono in un paesino del centro-Italia, sotto mentite spoglie. In teoria si sono ritirati e vorrebbero solo starsene in pace, in pratica a Montebasso scateneranno il putiferio. Colpa anche degli abitanti che per proteggersi da qualcosa che non capiscono cominciano a prendersela con i più deboli.
Rimane, da parte mia, l’invito a visitare il sito di Las Vegas Edizioni e a rimanere aggiornati sulle loro proposte di corsi e di lettura. Ringraziando Carlotta per la pazienza, non è facile starmi dietro mentre corro dietro al tempo, con la speranza prima o poi di riuscire prima o poi di riuscire a frequentarlo anche io.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Quando la competenza vince su tutto
👏👏brave
Fate tornare la voglia, malgrado l’età, di tornare a scuola fosse solo per imparare a mettere la didascalia sotto una foto
Grazie! Le competenze si imparano, basta avere buoni maestri 😀
Ciao mia cara!