Sette cadaveri a Natale
Se c’è una cosa che preferisco fare nel periodo natalizio è quella di affogarmi, letteralmente, non solo nei libri, ma in particolare i “gialli” e che siano old style il più possibile! Molti mi dicono che un omicidio non è proprio un argomento natalizio, ma se Jerome dice che l’inglese medio adora le storie di fantasmi a Natale io sono una, delle poche italiane, che adora gli omicidi vecchio stile e il più possibile in bianco e nero proprio nel periodo più “buono” dell’anno!
Di solito sono Conan Doyle, Agatha Christie e via dicendo, i miei compagni di Natale; invece, quest’anno, grazie a “Più libri più liberi” ho risolto in maniera differente. Quel che vedete nella foto è il nostro gatto (sono ancora da mia madre per chi segue la mia epopea) e il libro che vedete accanto possiamo dire che ce lo siamo letti insieme, vicini vicini, sotto le coperte!!!
Pollillo Editore con bassotti
Si tratta di un libro della collana “I Bassotti” di Polillo Editore e si chiama, appunto, “La casa dei sette cadaveri“. Me lo potevo lasciar sfuggire? Sono stata tre volte alla fiera e sono passata davanti a questo stand almeno quindici, adocchiandolo tutte le volte e, alla fine, non ce l’ho fatta e l’ho preso.
In un’epoca in cui tutto deve essere nuovo di pacca e dove pare non ci sia più nulla da inventare, Polillo Editore fa una mossa a sorpresa e molto intelligente, ovvero quella di pubblicare in una collana economica (ma solo per la copertina morbida perché sono curatissimi nella stampa, rilegatura e cura dei particolari come il numero del capitolo) gialli (anche se in questo caso sono rossi) che non inventano nulla, ma guardano al passato. Sono infatti testi americani del periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’40 e sono più di 100.
Ci sono anche altre collane e, stupite, i libri non solo li trovate cercando fra una libreria indipendente e l’altra ma sopratutto li potete trovare negli store online come Amazon, Ibs etc.

Lo sceneggiatore di Hitchcock
Jefferson Farjeon, ovvero l’autore di questo libro, non è il primo che passa per strada. Oltre ad aver scritto nell’arco di trent’anni più di ottanta fra libri e racconti è anche stato sceneggiatore del “Numero diciassette”, il film diretto da Halfred Hitchcock del 1932, e questo, stando a Il Giallista, è quasi un inedito perché è stato pubblicato per la prima e unica volta negli anni ’50.
Ma questa prova della sua abilità lo fa essere perfino plausibile ai giorni nostri e persino zia Aghata, ammesso che non lo abbia letto, ne sarebbe rimata piacevolmente stupita.
La storia de La casa dei stette cadaveri
Siamo nel Sussex, ovvero nel sud dell’Inghilterra, in uno di quei paesini dove sembra non accada mai nulla e dove invece solitamente gli scrittori trovano terreno fertile per scrivere di efferati delitti. Un ladro affamato entra una casa dabbene, da una finestrella, e trova qualcosa che non è propriamente rubabile. Sette cadaveri, chiusi a chiave in una stanza con le persiane chiuse e inchiodate e la cappa del camino tappata con dei giornali. Unico indizio? Una palla da cricket.
Non ci sono orme, le persone morte non sono mai state viste nel circondario e sono state trovate nella casa di una discreta coppia di persone, uno zio, a quanto pare scrittore, e una nipote un po’ più svenevole di quanto io non apprezzi (ma questo non è un qualcosa di particolarmente presente per fortuna). Per l’investigazione viene coinvolto, oltre a commissario capo Kennteh, anche un giornalista freelance Hazeldean che ha partecipato alla cattura del primo ladruncolo.
Trama contorta ma ben gestita con una scrittura scorrevole
Gli indizi ci sono e non ci sono, spuntano un po’ qui e un po’ lì, ma come prevedono i grandi classici devono esserci per stimolare la curiosità ma devono essere parzialmente nascosti per non rivelare il passo successivo. La trama, dal punto iniziale che vi ho riassunto, ad un certo momento diventa talmente complicata, che si arriva a pensare che l’autore non ce la faccia a svolgere a matassa cosa che, invece, mirabilmente avviene in tutta naturalezza.
E’ talmente scorrevole da leggersi in un pomeriggio, talmente accattivane da tenerti con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, talmente ben congegnato da sembrare verosimile. E’ stata veramente una sorpresa come dicevo all’inizio della recensione. Se ancora dovete fare qualche regalo e fra questi volete regalare un giallo, questo è un libro originale, difficilmente si trovano in giro testi così, e sarete sicuri di fare una bella figura visto che l’edizione di tutti “I bassotti” (che è la collana dove mi sono soffermata io) è veramente curata nel particolare ma, stupite stupite, ha anche un prezzo veramente basso. E sono sicura che vi piacerà come è stato per me che ne ho presi altri due!!:)
Buone letture,
Simona Scravaglieri
La casa dei sette cadaveri
Jefferson Farjeon
Polillo Editore, ed 2011
Collana “I Bassotti”
Prezzo 13,90€