periferia di Torino a inizio secolo (1900)

L’amore è una budella gentile, Aldo Busi – C’era una volta

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C’era una volta l’amore… no, andiamo per gradi.
C’era una volta, più o meno nel dopoguerra, una città nella cui periferia c’era una fabbrica. Nelle adiacenze della fabbrica c’erano pochi palazzi, campi incolti o coltivati e un piccolo bar. Il padrone del bar era un attempato signore, che pazientemente serviva caffè corretti e liquori ai suoi avventori, i filosofi della domenica diremmo oggi, che tutti i giorni lavoravano in fabbrica e alla sera, all’uscita dal lavoro, o la domenica usavano andarsi a fare quattro chiacchiere al bar.

Il proprietario del bar aveva un figlio e come si usava quel tempo, e delle volte avviene anche oggi, anche lui doveva dare una mano. Cosi’ fu che la sua comitiva di amici del nostro protagonista prese come riferimento stabile proprio quel bar.

E poi, altro luogo ma stesso tempo

Sempre nello stesso periodo, e anche prima a dirla proprio tutta, c’era una volta una donna minuta e che sembrava quasi sul punto di spezzarsi, ma che aveva, come molte donne, una volontà ferrea e un carattere unico, che fece sognare e sospirare le donne dell’Italia intera per generazioni e generazioni formando con la sua nutrita produzione di libri una vera e propria *fabbrica del genere romantico*.

Donna schiva per natura, aveva avuto un solo vero amore, che però era morto in battaglia e, nonostante fosse sposata, l’amante per lei divenne tale ossessione da ritirarsi in evidente lutto, anche davanti al marito, a vita privata (quando egli morì) e ad avere come solo e unico contatto col mondo i propri scritti.

Aldo Busi e il c’era una volta

Unico punto di congiunzione di queste due fiabe? Aldo Busi. Suona strano? Anche a me. Però posso dire che questa lettura non può mancare a nessuno. Non è un romanzo alla Liala e nemmeno un galateo e neanche una autobiografia. C’è un po’ di tutto e un po’ di nulla, ma è decisamente divertente. C’è quella grande speranza che aleggiava nel dopoguerra di cambiamento e di nuove opportunità, ci sono i giovani di allora che, come avviene oggi, arrivano ad un punto della loro vita in cui diventano grandi.

Ecco, il diventare grande in questo caso non significa essere maggiorenni. Significa arrivare ad avere la consapevolezza che sei uno spartiacque e che volente o nolente, con amici o no, tu appartieni ad una categoria in cui tu sei inserito per nascita ma della quale cui hai percezione solo quando delinei il tuo futuro. “La generazione”.

Appartenere ad una generazione, significa non essere antiquati e non avere le idee così stantie delle generazioni che ci precedono ed essere in ritardo e vetusti per quelle che ci seguono. Ed e’ qui che questo piccolo romanzo ha il suo apice, nel “confronto generazionale”.

La copertina di L'amore è una budella gentile di Aldo Busi

Le donne del famoso gruppo del baretto, hanno tutte letto Liala e come molte donne dell’epoca sognano di sposarsi con un uomo che le mantenga e che con loro crei un mondo chiamato famiglia.

L’amore lo puoi trovare o no, ma non e’ una questione di volontà ma soltanto di fortuna. È come trovare un ago in un pagliaio. Sia per una donna, figuriamoci nel dopoguerra per un uomo gay. E comunque il tempo scorre e dal dopoguerra ci ritroviamo negli anni ’80. Busi non fa più il barista, ma il giornalista. È quello irriverente, quello strano, che dice cose fin troppo dirette e spesso eccessive.

Due mondi a confronto

Ma vuole, e anche fortemente, conoscere e intervistare la famosa donnina tanto fragile quanto forte e alla fine riesce ad essere ricevuto da Liala. La seconda parte di questo libro è proprio dedicata a questo, l’intervista che rappresenta il confronto di due generazioni fra loro distanti, 50 anni, che si confrontano con i modi e linguaggi che appartengono alla loro quotidianità. Quella di Liala, legata ai suoi libri e quella di Busi legata all’irriverenza.

Ne esce fuori un dialogo serrato e divertentissimo fatto di chiacchiere da salotto, parole volutamente non comprese e risatine o civettuoli stupori. Per Busi significa scoprire la donna che ha fatto sospirare, e ancora lo fa, tante donne e in particolare le sue amiche e per Liala invece e’ un ottimo diversivo nei pomeriggi di una vita che ha volutamente chiuso fuori il suo mondo.

Quello che troverete in questo libretto ristampato da poco da Mondadori è proprio questo e nulla più. Sono quelle storie che ti prendono perché non hanno la pretesa di essere più di quel che sono ma che al contempo sanno che rimarranno lì nel tempo. E se mai, dopo aver letto questo libro, vi capiterà di sentire dire “L’amore è una budella gentile”, anche se il vostro incontro con questo piccolo cameo e’ lontano nel tempo, potreste trovarvi comunque a sorridere.
Che dire di più, io l’ho adorato!

Buone letture,
Simona Scravaglieri

L’amore è una budella gentile
Aldo Busi
Mondadori Editore, ed. 1997
Collana “Oscar Scrittori moderni”
Prezzo 8,50€

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