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[Dal libro che sto leggendo] Don Ildebrando e altri racconti

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“Una frase sentita da qualcuno, ronza come una vespa, non si lascia scacciare. Quanto più è petulante nel suo girare e nel suo ronzio, tanto più irrita. “Restare faccia a faccia con la solitudine”, probabilmente non era la prima volta che mi imbattevo in quella formulazione del genere, eppure in bocca a don Fausto mi aveva colpito. Mi restò appiccicata in mente per tutto il tempo del viaggio fino a Montenero, con una ostinazione tale che a tratti mi arrivavano brani della conversazione in automobile [..]
Segreti della parola parlata e scritta! Non cambia il suo suono nel parlato e né la disposizione delle lettere nello scritto. Ma si arricchisce immediatamente o gradualmente di involucri che sono l’esatto corrispondente delle sfumature nei quadri, nei loro colori e nelle loro composizioni figurative, quando li guardiamo da diversi punti di vista. Miracolosa è la ricchezza semantica delle stesse parole, miracolosa come la diversità delle medesime espressioni pittoriche. Comunichiamo per sfumature, a volte simili ai ciechi che decifrano le forme con dita sensibili o ai sordomuti che sentono più plasticamente di noi grazie alla lettura delle labbra altrui.”

Don Ildebrando e altri racconti, Gustaw Herling (Feltrinelli)
 

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